La festa di S. Silverio ricorre il 20 giugno e questo giorno e' per Ponza e per i ponzesi un giorno diverso da tutti gli altri. Nella seconda meta' del secolo scorso, nella frazione di Le Forna la festa di S. Silverio fu anticipata all'ultima domenica di febbraio, cio' per consentire ai tantissimi pescatori ponzesi che, dai primi di marzo alla fine di settembre, si trasferivano in Sardegna o in Tunisia, per ragioni di lavoro, di onorare e festeggiare il Santo Patrono. Il 20 giugno, festa di S. Silverio, e' la festa dell'intera isola di Ponza. La festa di ogni famiglia ponzese anche quelle poche e rare che non hanno un Silverio o una Silveria da festeggiare. E non c'e' ponzese sparso nel mondo, che non commemori questa ricorrenza.
La stessa cosa hanno fatto gli emigrati di Baja Bianca come a Buenos Aires; in Canada come a New York.Dove esiste una comunita' ponzese c'e' l'Immagine di S. Silverio. San Silverio e' il protettore anche di Frosinone e per questo Ponza e la citta' ciociara hanno gemellato. Finanche Valprato, in provincia di Torino, lo ha prescelto a protettore.Le festivita' hanno inizio il nove giugno. E' notte inoltrata quando la spiaggia di S. Maria e' invasa da centinaia e centinaia di persone. Mezza Ponza e' fuori casa. A mezzanotte la barca che reca lo stendardo, illuminata a giorno, sbuca da Punta della Madonna diretta a S. Maria.Ne fanno corona, anch'esse illuminate, diecine e diecine di barche. Il vessillo e' portato in processione nella chiesa parrocchiale e affisso al finestrone centrale. Migliaia di bengala illuminano quella notte ponzese. Dal dieci al diciannove, tutte le sere c'e' la novena.La chiesa e' sempre zeppa di fedeli. Il venti l'isola si desta diversamente. Un nutrito fuoco d'artificio accompagnato dalle note della banda musicale sveglia il paese quando il sole non si e' ancora affacciato all'orizzonte della Parata. Tutto questo simpatico frastuono e' definito "a tia'ne". La diana, sulle navi e' il periodo di tempo che va dalle quattro alle otto del mattino. In questo periodo vi si svolgono tutte quelle operazioni aventi lo scopo di dare alla nave il buon assetto diurno e preparare i lavori della giornata. In ogni casa c'e' fermento. Le mamme sono a terra prima della diana. Non hanno un attimo di respiro. Devono preparare il lauto pranzo, come e' costume; mettere a punto i vestiti per il marito e per i figli. Devono partecipare ai riti religiosi. Il loro abbigliamento e' pronto da diversi giorni. Molte pensano anche all'addobbo. I maschietti e le ragazze escono di casa molto presto. Non debbono dar fastidio e devono, soprattutto, andare a messa. Le donne devono essere pronte per le 11, l'ora della messa solenne. A quell'ora la piazza sembra un pentolone di polenta che bolle. C'e' tutta Ponza. Gente di ogni eta'. Ponzesi veraci, ponzesi emigrati e ponzesi forestieri. Crocchi si formano qua e la'. Stese di mano, abbracci e auguri a centinaia. Gli organizzatori della festa i', assorti e preoccupati, sembrano generali prima di una battaglia. Passa gente veloce, va a messa, fa un cenno di saluto, a destra e a manca e tira dritto. Dai balconi penzolano coperte di seta dai colori piu' svariati e lenzuola ricamate a mano. La banda diffonde note di marcette celebri. I rintocchi festosi delle campane si perdono tra le case e le valli. All'improvviso il trambusto cessa come per incanto. Ognuno assume un atteggiamento serio e dignitoso. Dall'angolo del palazzo comunale e' sbucato lo stendardo capofila della processione. Ognuno piglia posto nel corteo. Ognuno sa qual e' il suo posto. Davanti i bambini, poi le giovanette; seguono le donne organizzate in congreghe, infine gli uomini seguiti dalla banda. Le autorita', civili e militari, occupano il posto davanti al clero. L'ospite piu' illustre, da alcuni anni e' sempre un vescovo, porta la teca con le reliquie di S. Silverio. Segue il Santo, sistemato in una piccola barca ricoperta di garofani rossi. Dietro una moltitudine di gente. Poche sono le case dove rimane qualcuno: dove c'e' un vecchio che non riesce a camminare o dove c'e' un malato. Chi non partecipa direttamente e' dietro il vetro di un balcone.Tutta la gente di Ponza e' li'.La processione si snoda per terra e per mare. Si' anche per mare. Centinaia di barche piene di gente riempiono la baia e, vogando piano piano, si spostano parallelamente alla processione terrestre. Che spettacolo meraviglioso. Ogni tanto un colpo fragoroso rompe il silenzio e il tuo soliloquio. A S. Antonio, per mezz'ora, la processione si ferma per lo sparo di fuochi artificiali. E' una tradizione che risale al secolo scorso. Il corteo arriva fino a Giancos dove gira e fa ritorno in chiesa. Da quando hanno costruito la Banchina Nuova, la processione segue la strada vicino al mare, perche' S. Silverio sia piu' vicino alle navi, ai marinai, ai pescatori. Se dal Corso Pisacane guardi la processione che scorre lungo la Banchina e dai, con attenzione, uno sguardo dietro la statua di S. Silverio vedi qualcosa che ti rattrista il cuore. La barca che contiene il Santo e' portata da una dozzina di uomini. Sono sempre gli stessi come se toccasse loro per un diritto atavico. Intorno a costoro diecine e diecine di persone con le mani protese in alto come se anche loro facessero parte dei portatori. Qualche mamma e' a piedi nudi. In quei pochi metri quadrati stanno racchiuse le miserie piu' tristi di questo paese. C'e' chi ringrazia e chi e' in attesa di un prodigio. Puoi mettere a nudo le tribolazioni della comunita' ponzese. Quando il Santo arriva sul piazzale della Chiesa c'e' la spartizione dei garofani. Sono passate da molto le due del pomeriggio quando il ponzese, ognuno con un garofano rosso in mano fa ritorno a casa per il pranzo. Questa giornata la piu' ricordevole per Ponza nel corso dell'anno termina alle due di notte dopo aver vissuto intensamente il pomeriggio con il tradizionale palo della gallina e la serata con il consueto concerto canoro e con i fuochi d'artificio. La gente, a migliaia, con ancora nelle orecchie le note dell'ultima canzone di turno, lasciando la piazza si riversa lungo le strade e le colline che cingono la spiaggia di S. Antonio. Ognuno cerca, superando l'anacronistica posizione della nave ancorata nel porto, di trovare una visione perfetta per vedere sbucare dall'acqua trasparente del mare, come zampilli di una fontana, razzi e girandole che, esplodendo nell'aria, in rapida successione, rendono di mille colori il cielo di Ponza. E tutti all'ultimo colpo, un possente e oscuro boato, accompagnano il battimano con l'esclamazione di rito: San Silverio, ci vediamo il prossimo anno.