La colonizzazione borbonica ebbe inizio con l'invio a Ponza di cittadini d'Ischia, che poi raggiunsero anche Ventotene: Con l'isola degli avi, ponzesi e ventotenesi mantengono legami ancora stretti, legami che si manifestano in tanti modi.
I cognomi per esempio: Migliaccio, Tagliamonte, Mazzella, Conte, D'Atri, Coppa, Scotti a Ponza, e Jacono, Langella, Verde, Impagliazzo a Ventotene si ritrovano comunemente anche a Ischia. Nomi geografici ricorrono tra Flegree e Pontine, da "parata" e "chiana" a Giancos, che definisce una località di Ponza, e che sarebbe la fusione con abbreviazione del nome di Giovanni Cossa, castellano d'Ischia, padre dell'antipapa Giovanni XXIII. Legami che, per la verità, hanno origini assai più profonde nel tempo, nella stessa formazione vulcanica, nella stessa e pur diversa formazione geologica, che Alfredo Rittmann ha messo in parallelo; o, per venire a epoche più prossime, nel comune destino di sofferenza per le incursioni dei pirati, Dragut, Khair-ad-Din, nel XVI secolo, in testa; o che affondano nella fede e nella similitudine delle vicende agiografiche (Santa Restituta a Ischia, Santa Candida a Ventotene vennero dal mare, entrambe martiri).Non vuole essere un elenco, questo: ma viene facile avvicinare il modo stesso di "fare comunità" attraverso lo strumento di base, la casa: le volte a lamia, battute coi pentoni, sono state fino a qualche anno fa la casa di ischitani, ponzesi e ventotenesi; la tenuità dei colori, la semplicità elegante delle forme squadrate, sono altri elementi comuni all'edilizia delle isole; persino i comignoli delle vecchie case-grotta, e le stesse case-grotta (che a Ischia si chiamano "case di pietra"), quelle abitazioni che sfruttarono e sfruttano ancora la penetrabilità e la tenuta termica della roccia. Per concludere ricordiamo che gli ischitani furono ottimi pescatori di aragoste, e che i ponzesi hanno legato a lungo a questo stupendo crostaceo la loro stessa immagine, commerciale e gastronomica.