Ancora intorno agli anni Venti le nostre isole erano dimora delle foche. Qualcuno ne ricorda il muggito sonoro, da cui il nome popolare di "bue marino". La fantasia della gente su tali suoni, di solito amplificati da cavo delle grotte da cui provenivano, ha ricamato terrificanti racconti. Il fatto pero' che dimorassero nelle grotte dimostra come da allora esse non avessero spazio vitale all'esterno, sulle coste dell'isola, e che fossero combattute dai pescatori, con i quali erano in aperta, accanita, mortale competizione. Si sa per certo che la grotta "azzurra" e la grotta sottostante la Torre fossero abitate da foche.
Anche la spiaggia di Frontone era meta delle loro soste al sole. E talora si spingevano in avanti fino ai filari di vite, da cui spiccavano l'uva. Si narra anche di una foca che, salendo gli scogli dalla "punta rossa" fini' addirittura in Piazza Gaetano Vitiello. Questi potrebbero sembrare elementi per una coabitazione colorita e movimentata. In verita' ai ponzesi la presenza delle foche dava molto fastidio. Per i danni materiali che procuravano, ma anche come elemento disturbatore di una vita condotta sul filo della precarieta', dell'ignoranza, della miseria. E percio' anche della paura. Se ne parlava come di un qualcosa di nefasto, la cui distruzione fu un bene. E la cosa trova spiegazione diretta e convincente con l'attivita' della pesca. Da cui i ponzesi traevano vita. Orbene le foche la danneggiavano per piu' motivi. Facevano scappare i pesci, li infastidivano. Rompevano le reti sia quando vi s'impigliavano sia quando andavano a strapparvi i pesci catturati. Rompevano le nasse per depredarle del pescato. I pescatori si difendevano ponendo lacci strangolatori vicino alle nasse. Ma gia' le reti facevano moria. Tuttavia fino a quando la pesca non divenne intensiva e generalizzata la loro presenza fu motivo d'aneddoto. Si racconta come a "Le Formiche" ce ne fosse una che aspettava i pescatori di "rotondi" e, dopo aver pasteggiato, se n'andava. E questo era ricorrente, quasi un tacito appuntamento. Cosi' come naturale era trovarsi accanto ad una foca nell'andar per mare, come compagnia allegra e rumorosa. La sparizione della foca monaca a Ponza non e' documentata. Molto probabilmente avvenne in periodi in cui non c'era ne' tempo ne' voglia di riflettere su fenomeni di tale genere. Di certo scomparve per motivi "naturali" ovvero legati alla logica storica dell'uomo occidentale. Restrizione dell'habitat, impoverimento delle risorse alimentari, lotta con le armi tecnologiche dell'uomo.