Caratteristiche. È un pesce possente e nervoso, simile nel comportamento a un puledro di razza. Il corpo è robusto e appiattito lateralmente, tanto che visto di fianco sembra molto più grosso. Il muso è appuntito, le mascelle sono lunghe e si estendono sino al margine posteriore dell'occhio. Le scaglie sono piccole e ricoprono tutto il corpo, meno la testa, che è liscia. La linea laterale non è dritta, come nella maggior parte dei pesci, ma ondulata.
Questa caratteristica è ben visibile sott'acqua e serve come sicuro particolare di riconoscimento. Le pinne dorsali sono due. La prima ha sette piccole spine separate e op spina ha una membrana lungo il margine posteriore. La prima di queste spine è orientata in avanti. La seconda pinna dorsale è simile invece alla pinna anale ed ha la parte anteriore allungata. La pinna caudale è profondamente forcuta e tradisce inequivocabilmente le abitudini corsaiole di questo destriero del mare, in perenne movimento. Il dorso è bianco bluastro o bianco grigiastro, a seconda dei luoghi in cui l'animale vive; i fianchi e il ventre sono argentati; le pinne sono scure e la linea laterale è nera. Gli individui giovani presentano una serie di strisce trasversali abbastanza distinte. Qualche volta al posto delle strisce possono esserci macchie scure. La lunghezza massima si aggira intorno al metro ed il peso può arrivare a una quindicina di chili e anche oltre. Si riproduce in primavera ed è un feroce predatore, che assale piccoli pesci, sia pelagici, sia costieri.
Dove vive. La Leccia è comune in Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, a sud fino al Sudafrica, a nord non oltre la penisola Iberica. t un pesce d'altura che ama le sconfinate distese azzurre e le acque di media profondità, dove insegue i branchi di piccoli pinnuti che costituiscono il suo pranzo preferito. D'inverno vive a contatto delle profondità abissali, ma con la primavera, quando diventa imperante l'istinto della riproduzione, si avvicina alle coste in folti gruppi. All'inizio dell'estate, essendo terminate le fatiche matrimoniali, vissute del resto in completa adorazione del partner, la Leccia si ritrova dimagrita e affamata, inette da parte ogni indugio e si scatena in un vero e proprio festino, inseguendo i piccoli pinnuti che trova sul suo cammino fino in acque basse e negli anfratti delle scogliere. Non disdegna nemmeno le foci dei fiumi, dove l'acqua è abbondante, non si ferma davanti a niente, risalendo i corsi d'acqua dolce per parecchie centinaia di metri.