Viaggio nell’isola della maga Circe dove roccia, mare e vento hanno creato paesaggi che conservano ancora note selvagge e incontaminate.
Articolo di Elena Pizzetti pubblicato su "il Giornale" del 09/08/2020.
Probabilmente Ulisse fu ammaliato anche dalla traboccante bellezza del luogo oltre che dalle grazie della maga Circe. L’antica Eea, poi chiamata Ponza, non ha mai smesso di esercitare il suo incanto, conquistando schiere di vip che qui hanno stabilito il loro buen retiro.
Oggi continua ad ammaliare e lo fa in totale sicurezza. A cominciare dal viaggio: ai porti d'imbarco di Anzio, San Felice Circeo, Terracina e Formia viene controllata la temperatura corporea e, per garantire il distanziamento, navi e aliscafi trasportano circa la metà dei passeggeri previsti. Dopo un’ora in aliscafo o tre in nave, ecco lo spettacolo delle coste colorate dal caolino e dal tufo che dal grigio virano al bianco latte, dal rosso all’ocra al giallo. Ad accogliere c’è l’anfiteatro elegante del settecentesco porto borbonico di scuola vanvitelliana, costellato di abitazioni color pastello.
Le soluzioni di soggiorno spaziano dagli hotel alle ville, molto richieste questa estate, dai b&b agli affittacamere agli appartamenti. Parole d’ordine: sanificazione degli ambienti e privacy, tanto che i ristoranti si sono attrezzati per le consegne a casa. In spiaggia gli ombrelloni distano almeno 3 m uno dall’altro. Dal porto si può andare facilmente in traghetto alla spiaggia di Frontone. Oppure dalla località di Le Forna si raggiungono Cala Feola con le trasparenti Piscine Naturali, Cala dell’Acqua e Cala Gaetano. Ma Ponza va vissuta soprattutto in barca per scoprire la sua costa che è un susseguirsi di grotte, cale, calette, falesie, tra le quali svetta Chiaia di Luna, 100 metri di caduta libera abbacinante, e faraglioni come quelli di Lucia Rosa, scolpiti dal vento e dalle mareggiate. Innumerevoli le grotte, illuminate dai bagliori fluorescenti dell’acqua, come quelle di Ponzio Pilato, scavate dai romani per nuotare protetti dai raggi solari. È facile affittare lance, gozzi, gommoni e motoscafi che tra l’altro fino a 40 cavalli non richiedono patente nautica, ma se non si ha dimestichezza si può sempre ricorrere a un esperto marinaio.
Imperdibili la vicina e selvaggia isola di Palmarola, definita da Folco Quilici una delle 10 meraviglie del mondo, con le sue antiche case-grotta scavate nel tufo e l'isola disabitata di Zannone che fa parte del Parco Nazionale del Circeo. Le si raggiunge anche con barche che organizzano gite e che adottano sempre misure di sanificazione e distanziamento, precauzioni prese anche dalle imbarcazioni dei diving. L'arcipelago è un paradiso per i sub che possono ammirarne i fondali mossi da grotte, pareti a strapiombo, relitti, e abitati da una grande varietà di creature tra le quali polpi, saraghi, cernie, murene, ricciole, aragoste. Nella trasparenza e assoluta purezza dell'acqua. Perché qui il mare passa dall’acqua marina al cobalto al verde smeraldo in una sorpresa cromatica continua. Durante il lockdown si è ripreso spazio, offrendo lo spettacolo di totani di oltre 10 kg che nuotavano tra le barche a due passi dagli scogli e di delfini che giocavano in porto. Ma a Ponza la vita arriva anche dal cielo: ogni primavera sulle isole Ponziane transitano centinaia di migliaia di uccelli migratori che sostano sull’arcipelago e vengono studiati dal Centro di Ricerca sulla Migrazione nell’ambito del Progetto Piccole Isole, in collaborazione con università nazionali ed estere.
Il mare torna protagonista a tavola, dove Ponza vanta un’offerta di eccellenza per ogni gusto e tasca. Dai sofisticati piatti di pesce selvaggio dello stellato Acqua Pazza, affacciato al porto, all’epopea di freschezza e semplicità della cucina tradizionale A casa di Assunta o di Gennaro e Aniello a Cala Feola (al secolo ristorante La Marina). Con alcune novità: i piatti di pesce al Blue Moon, locale sul porto famoso per i cocktail di Valeria Romano, e Orerock, il nuovo ristorante di Oreste Romagnolo, mago della cucina creativa, sulla spiaggia di Santa Maria.
Un viaggio nella tradizione ipogea dell’isola è la visita al museo etnografico a Cala Frontone all’interno di una casa-grotta con déjuner sur l’herbe a base di tradizionali zuppe di legumi, accompagnati da un bel bicchiere di vino locale, magari un biancolella. Felice e sicura Ponza a tutti.